Fondi: città di intrighi, spie e mercenari

Si narra che dopo la decadenza causata dalla sconfitta dello Scisma, Fondi passò alla famiglia nobile dei Colonna, nella figura del notissimo mercenario Prospero, cavaliere di soldo e duellante nella Disfida di Barletta.

Prospero fece sposare il figlio, Vespasiano (anche lui mercenario) con una Gonzaga proveniente dalle terre mantovane, Giulia, allora tredicenne (era il 1526).

Grazie a queste due famiglie, Fondi torna in breve tempo agli antichi splendori, se non più alti.

Dopo lunghe contese con il Papa che arriverà perfino ad una scomunica ufficiale, Vespasiano morì, lasciando Giulia ancora adolescente come reggente di Fondi.

Ma Giulia, seppur giovane, fu donna caparbia, educata in una delle corti più raffinate d’Europa. Così, ben presto, la mantovana tenterà di riprodurre a Fondi una piccola corte rinascimentale.

Foto storica di Palazzo Sebastiano del Piombo

Il piccolo borgo laziale venne frequentato da personaggi del calibro di Vittoria Colonna, Marcantonio Flaminio, Vittore Soranzo, Francesco Maria Molza, Francesco Berni, il pittore Sebastiano del Piombo – che fece il ritratto a Giulia Gonzaga- Pier Paolo Vergerio, Pietro Carnesecchi, Juan de Valdés.

Ma il rinascimento non fu solo un’epoca di rinascita artistica, ma anche evo crudele e pieno di guerre, complotti, tradimenti. E la corte di Fondi non fu da meno.

La giovane Giulia ebbe una relazione segreta con il Cardinal Ippolito dei Medici, rampollo dell’importante famiglia fiorentina, che stazionava a Roma ma non di rado faceva capolino a Fondi, Gaeta, Formia. La relazione interessò anche la Santa Inquisizione, ma non venne mai scoperta.

Da questa unione nacque un figlio illegittimo, che assunse il cognome del Padre, e il nome – dal vero gusto rinascimentale – di Asdrubale.

Asdrubale seguì la via mercenaria, e dopo varie vicissitudini (anche legate al ritorno dei Medici a Firenze), si fece Cavaliere Ospitaliere, andando a combattere e morire contro i turchi nell’assedio di Malta. Lo stesso Cardinal Ippolito morirà giovanissimo, e di sospetto avvelenamento.

 

Gli intrighi non finirono qui

Giulia Gonzaga ben presto si legò (forse anche sentimentalmente) con l’umanista spagnolo Juan Valdes, operante a Napoli. Valdes non era però un intellettuale come tutti gli altri, ma interessato alla Riforma Protestante di Lutero.

Durante il suo soggiorno napoletano scrisse un volume contro il Cattolicesimo, Alphabeto Cristiano, dedicandolo proprio alla sua finanziatrice e amante, Giulia Gonzaga.

La Santa Inquisizione, interessata a fermare sul nascere ogni tipo di pensiero non allineato a Roma, iniziò ad indagare su Giulia, sospetta del reato di Eresia.

Anche grazie alle importanti amicizie di Giulia, l’Inquisizione non riuscirà mai a trovare le prove del coinvolgimento della Gonzaga; prove, che invece troverà solo dopo la sua morte.

Dipinti di Giulia Gonzaga

Ma la donna forte Giulia dovette anche affrontare la devastazione e la guerra.

Nel 1534, durante una serie di operazioni militari miranti ad indebolire le coste italiane, la temibile flotta del Corsaro Barbarossa, attaccò le coste di Sperlonga e Fondi.

La tragedia fu totale: truppe ottomane scorrazzarono per la Piana, assediando con fuoco e artiglierie le mura del Castello Baronale e rendendo schiava parte della popolazione.

Giulia Gonzaga, personaggio illustre e che avrebbe portato ad un ricchissimo riscatto, venne cercata per giorni, ma una rocambolesca fuga notturna la salvò per un pelo dal tragico destino.

Dopo i Gonzaga-Colonna, purtroppo, Fondi entrerà in una lentissima decadenza.

I tempi del rinascimento, delle guerre e delle spie finirono, portando nell’oblio Fondi. Ma nei vicoli, nelle stradine, nelle chiese riccamente ornate, ancora risuona al viaggiatore moderno quello che fu la Vecchia Contea: una piccola realtà al centro di intrighi internazionali, amori, passioni, guerre.


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